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LA RISCOPERTA DI UN MUSICISTA DIMENTICATO

L’Associazione Mysterium Vocis ha progettato un programma di recupero delle partiture manoscritte di Pietrantonio Gallo presenti presso il Conservatorio napoletano di S.Pietro a Majella, curandone contemporaneamente la revisione. I primi risultati di questa iniziativa hanno portato alla prima esecuzione moderna di due composizioni sacre inedite, il salmo Dixit Dominus e la Messa Pastorale, che risultano sorprendentemente diverse nella loro concezione: una spiegazione può essere trovata o in una distante collocazione temporale o in un’esecuzione destinata a differenti occasioni.
Il Dixit Dominus presenta, infatti, un’aria per contralto e ben tre arie per soprano, la prima delle quali estremamente variegata nella sua struttura ABA'B', con passaggi virtuosistici e spunti melodici tali da collocarla in una posizione intermedia tra la tradizione vocale sei-settecentesca e l’imminente fioritura della fase belcantistica nella vocalità italiana. La parte corale, anch’essa virtuosistica, è ricca di momenti contrappuntistici con l’inserimento, in alcuni divertimenti, di progressioni melodiche tipiche della scuola napoletana, nonostante l’intera composizione sembri guardare anche nella direzione di esperienze musicali di altre tradizioni.
La Messa Pastorale, che ha in comune con il Dixit l’uso di un terzetto per soprano, contralto e basso dalle delicate trame armoniche, risulta essere più tradizionale nella sua concezione: suddivisa solo in due parti, Kyrie e Gloria, evidenzia il tipico ritmo puntato in ottavi delle pastorali natalizie, con il quale Gallo costruisce una struttura ritmica dal dinamismo incessante, reso ancora più evidente dai continui contrasti di accenti fra le parti corali. Non mancano gustosi passaggi di ispirazione quasi popolare, dove improvvise ed efficaci modulazioni conducono all’uso della scala napoletana. Le parti solistiche sono meno elaborate, ad eccezione del citato terzetto e di un’impervia, seppur breve, aria per tenore.
Successivamente l’Associazione ha curato la revisione e l’esecuzione di un altro manoscritto, la Messa de’ morti a 5 voci e orchestra, strutturata in sette episodi corali, sette arie e due duetti, dove il linguaggio musicale di Gallo si manifesta con una commossa cantabilità e con alcune soluzioni armoniche di grande effetto espressivo. Due arie, lo Juste iudex del primo soprano e il Confutatis del contralto, presentano strutture più articolate, con una riproposizione del materiale melodico precedentemente esposto, arricchito da abbellimenti dalla chiara funzione espressiva. Risulta singolare, in questa messa funebre, l’assenza di toni drammatici: la severità del testo viene ingentilita dalla delicatezza delle frasi melodiche, che risentono dello stile “sensibile” imperante in quella tradizione musicale europea della seconda metà del ‘700, verso la quale volge lo sguardo, pur conservando i tratti fondamentali della scuola napoletana, un musicista di ampio respiro come Pietrantonio Gallo.
L’Associazione Mysterium Vocis proseguirà questo stimolante lavoro di ricerca, avendo come suo obiettivo la realizzazione di una monografia completa sulla musica sacra di Pietrantonio Gallo che possa concretizzarsi anche in un’incisione discografica.

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